Safeguarding

Safeguarding

Modello Organizzativo e codice di condotta

SAFEGUARDING POLICY

In questa sezione pubblichiamo il regolamento Safeguarding di MOLINETTO COUNTRY CLUB che disciplina gli strumenti per la prevenzione e il contrasto di ogni forma di abuso, molestia, violenza di genere o discriminazione per ragioni di etnia, religione, convinzioni personali, disabilità, età o orientamento sessuale ovvero per le ragioni di cui alla Direttiva Europea 2012/2019 e alla Legge Delega sul Riordino del CONI e sul professionismo sportivo dell’8 agosto 2019 n. 86 sui Tesserati, specie se minori d’età, nell’ambito dell’attività svolta dalla Società.

Il documento recepisce le disposizioni di cui al D.lgs. n. 36 del 28 febbraio 2021 ed al D.lgs. n. 39 del 28 febbraio 2021, le disposizioni emanate dalla Giunta Nazionale del CONI, i Principi Fondamentali approvati dall’Osservatorio permanente del CONI per le politiche di safeguardingnonché il “Regolamento per la prevenzione e il contrasto ad abusi, violenze e discriminazioni sui Tesserati” della Federazione Italiana Golf e le sue Linee Guida.

Il Responsabile di MOLINETTO COUNTRY CLUB per il Safeguarding contro abusi, violenze e discriminazioni è SIMONE RE

Per informazioni, approfondimenti e segnalazioni: safeguarding@gmail.com

MODELLO ORGANIZZATIVO

Il presente documento disciplina gli strumenti per la prevenzione e il contrasto di ogni forma di
abuso, molestia, violenza di genere o discriminazione per ragioni di etnia, religione, convinzioni
personali, disabilità, età o orientamento sessuale ovvero per le ragioni di cui alla Direttiva Europea
2012/2019 e alla Legge Delega sul Riordino del CONI e sul professionismo sportivo dell’8 agosto 2019
n. 86 sui Tesserati, specie se minori d’età nell’ambito del MOLINETTO COUNTRY CLUB ASD, con sede
in Strada Padana Superiore, 1 – Cernusco s/n (Mi) P. IVA 08280700967 (di seguito per brevità anche
solo “Società”).
Il documento mira a ribadire:
• l’impegno da parte della Società nel garantire che il Golf sia uno sport sicuro, un’esperienza
positiva e divertente per tutti, indipendentemente da età, genere, orientamento sessuale,
origine, background sociale, livello di abilità, livello di coinvolgimento, disabilità.
• Il golf deve essere un’esperienza sicura, ai giusti ritmi che permetta ai minorenni una crescita
e uno sviluppo psicofisico al meglio delle proprie possibilità.

I cinque obiettivi imprescindibili delle procedure stilate nel presente regolamento e condivisi con i
lavoratori:

  • Porre le basi per la salvaguardia dei minorenni
  • Monitorare l’applicazione delle procedure contenute nel presente documento
  • Garantire la sensibilizzazione e la prevenzione a livello organizzativo
  • Aumentare il livello di consapevolezza di tutti
  • Fare gioco di squadra per l’individuazione e la segnalazione di problemi, rischi e pericoli

Safeguarding Officer: con lo scopo di prevenire e contrastare gli abusi, le violenze e le
discriminazioni di cui all’art. 1 comma 1, Il Coni (Comitato Olimpico Nazionale Italiano) istituisce il
Safeguarding Officer. Il Safeguarding Officer è il responsabile delle politiche di Safeguarding ed è
competente sia per le situazioni di pericolo o abusi in corso, nel rispetto delle competenze della
giustizia sportiva, nonché per le azioni di prevenzione. Il Safeguarding Officer è nominato dal
Consiglio Federale.

Responsabile contro abusi, violenze, discriminazioni: allo scopo di prevenire e contrastare ogni
tipo di abuso, violenza e discriminazione sui tesserati nonché per garantire la protezione
dell’integrità fisica e morale degli sportivi, anche ai sensi dell’art. 33 comma 6 del D.lgs. 36/2021, le
associazioni sportive nominano un responsabile contro abusi e violenze e discriminazioni.

 

Diritto fondamentale dei Tesserati è quello di essere trattati con rispetto e dignità, nonché di essere
tutelati da ogni forma di abuso, molestia, violenza di genere e ogni altra condizione di
discriminazione, prevista dal D.lgs. n. 198/2006, indipendentemente da etnia, convinzioni personali,
disabilità, età, identità di genere, orientamento sessuale, lingua, opinione politica, religione,
condizione patrimoniale, di nascita, fisica, intellettiva, relazionale o sportiva. Il diritto alla salute e al
benessere psico-fisico dei Tesserati costituisce un valore assolutamente prevalente anche rispetto al
risultato sportivo.
Il presente documento costituisce l’insieme di Linee Guida e di Principi a cui la Società e tutti i
Tesserati presso lo stesso sodalizio sono tenuti ad uniformarsi al fine di perseguire:
• la promozione dei diritti di cui al precedente comma;
• la promozione di una cultura e di un ambiente inclusivi che assicurino la dignità e il rispetto
dei diritti di tutti i Tesserati, specie se minori, e garantiscano l’uguaglianza e l’equità, nonché
valorizzino le diversità;
• la consapevolezza dei Tesserati in ordine ai propri diritti doveri, obblighi, responsabilità e
tutele;
• l’individuazione e l’attuazione da parte della Società di adeguate misure, procedure e
politiche di safeguarding, anche in conformità con le raccomandazioni delle Safeguarding
Rules, che riducano i rischi di condotte lesive dei diritti, specie nei confronti di Tesserati
minori;
• la gestione tempestiva, efficace e riservata delle segnalazioni di fenomeni di abuso, violenza
e discriminazione e tutela dei segnalanti;
• l’informazione dei Tesserati, anche minori, sulle misure e procedure di prevenzione e
contrasto ai fenomeni di abuso, violenza e discriminazione e, in particolar modo, sulle
procedure per la segnalazione degli stessi;
• la partecipazione dei Tesserati alle iniziative organizzate dalla società nell’ambito delle
politiche di safeguarding adottate;
• il coinvolgimento proattivo di tutti coloro che partecipano con qualsiasi funzione o titolo
all’attività sportiva nell’attuazione delle misure, procedure e politiche di safeguarding della
Società.
Il presente documento recepisce le disposizioni di cui alla legge 38 del 6 febbraio 2006, alla legge n.
38 del 23 febbraio 2009, alla legge n. 172 del 1° ottobre 2012, alla Legge 119 del 15 ottobre 2013, le
disposizioni emanate dalla Giunta Nazionale del CONI, i Principi Fondamentali approvati
dall’Osservatorio permanente del CONI per le politiche di safeguarding.

I soggetti tenuti al rispetto del presente documento sono:
• i tesserati, ai sensi di quanto disciplinato dallo Statuto Federale e dal Regolamento Organico
Federale, presso la Società;
• tutti coloro che trattengono rapporti di lavoro o volontariato con la Società;
• tutti coloro che, a qualsiasi titolo, intrattengono rapporti con la Società.

Costituiscono comportamenti rilevanti ai fini del presente documento:
• l’abuso psicologico, ossia qualsiasi atto intenzionale e indesiderato incluso l’isolamento, il
confinamento, la mancanza di rispetto, la sopraffazione, l’aggressione verbale,
l’intimidazione o qualsiasi altro comportamento che possa incidere negativamente sul senso
di identità, dignità e autostima o su emozioni, cognizioni, valori nonché convinzioni del
Tesserato ovvero tale da intimidire, turbare o alterare la serenità del Tesserato, anche se
perpetrato attraverso l’utilizzo di strumenti digitali;
• l’abuso fisico, ossia qualsiasi atto deliberato e sgradito, consumato o tentato (tra cui botte,
pugni, percosse, soffocamento, schiaffi, calci o lancio di oggetti), idoneo in senso reale o
potenziale di causare, direttamente o indirettamente, ovvero intenzionalmente falsificare un
danno alla salute, un trauma, lesioni fisiche o che danneggi lo sviluppo psico-fisico del minore
tanto da compromettergli una sana e serena crescita. Tale atto può anche consistere nel
costringere un atleta a svolgere (al fine di una migliore performance sportiva) un’attività fisica
inappropriata come il somministrare carichi di allenamento inadeguati in base all’età, genere,
struttura e capacità fisica oppure forzare ad allenarsi atleti ammalati, infortunati o comunque
doloranti nonché nell’uso improprio, eccessivo, illecito o arbitrario di strumenti sportivi. In
quest’ambito rientrano anche quei comportamenti che favoriscano il consumo di alcool o le
pratiche di doping, o comunque vietate da norme vigenti;
• le molestie, ossia qualsiasi atto o comportamento indesiderato e non gradito di natura
sessuale, sia esso verbale, non verbale o fisico che comporti una grave noia, fastidio o
disturbo. Tali atti o comportamenti possono anche consistere nell’assumere un linguaggio del
corpo inappropriato, nel rivolgere osservazioni o allusioni sessualmente esplicite, nonché
richieste indesiderate o non gradite aventi connotazione sessuale, ovvero telefonate,
messaggi, lettere od ogni altra forma di comunicazione a contenuto sessuale, anche con
effetto intimidatorio, degradante o umiliante;

• l’abuso sessuale, ossia qualsiasi comportamento o condotta avente connotazione sessuale,
senza contatto, o con contatto e considerata non desiderata, o il cui consenso è costretto,
manipolato, non dato o negato. Può consistere anche nel costringere un Tesserato a attuare
condotte sessuali inappropriate o indesiderate, o nell’osservare il Tesserato in condizioni e
contesti non appropriati e. la violenza di genere, ossia tutte quelle forme di violenza da quella
psicologica e fisica a quella sessuale, dagli atti persecutori a quelli discriminatori in base al
sesso;
• il bullismo (o il cyberbullismo, se condotto online), ossia qualsiasi comportamento offensivo
e/o aggressivo da parte di uno o più soggetti, personalmente, anche attraverso i social
network o altri strumenti di comunicazione, sia che si tratti di caso isolato sia di atti ripetuti
nel tempo, ai danni di uno o più Tesserati con lo scopo di esercitare un potere o un dominio
sugli stessi. Possono anche consistere in comportamenti di prevaricazione e sopraffazione
ripetuti e atti ad intimidire o turbare un Tesserato che determinano una condizione di disagio,
insicurezza, paura, esclusione o isolamento (tra cui umiliazioni, critiche riguardanti l’aspetto
fisico, minacce verbali, anche in relazione alla performance sportiva, diffusione di notizie
infondate, minacce di ripercussioni fisiche o di danneggiamento di oggetti posseduti dalla
vittima);
• il nonnismo (c.d. “hazing”), ossia ogni condotta che coinvolge un’iniziazione umiliante e/o
pericolosa dei nuovi membri da parte dei membri veterani del medesimo gruppo;
• l’abuso di matrice religiosa, ossia l’impedimento, il condizionamento o la limitazione del
diritto di professare liberamente la propria fede religiosa e di esercitarne in privato o in
pubblico il culto purché non si tratti di riti contrari al buon costume;
• l’abuso dei mezzi di correzione, ossia l’oltrepassare i limiti dell’uso del potere correttivo e
disciplinare spettante a un soggetto nei confronti della persona offesa, che viene dunque
esercitato con modalità non adeguate o al fine di perseguire un interesse diverso da quello
per il quale tale potere è conferito dall’ordinamento federale;
• la negligenza (c.d. “negligence”) ossia il mancato intervento di un Tesserato, anche in ragione
dei doveri che derivano dalla sua carica, incarico, officio, il quale, presa conoscenza di uno
degli eventi disciplinati dal presente Regolamento, omette di intervenire e/o di segnalare al
Responsabile delle politiche di Safeguarding – la cui disciplina interessa la trattazione del
successivo Titolo II del presente Regolamento – o alla Procura Federale, causando un danno,
permettendo che venga causato un danno o creando un pericolo imminente di danno;
• l’incuria (c.d. “neglect”) ossia la mancata soddisfazione delle necessita fondamentali a livello
fisico, medico, educativo ed emotivo;
• altri comportamenti discriminatori, qualsiasi altro comportamento finalizzato a conseguire

un effetto discriminatorio basato su etnia, colore, caratteristiche fisiche, genere, status social-
economico, prestazioni sportive e capacità atletiche, religione, convinzioni personali,

disabilità, età o orientamento sessuale.
Costituiscono altresì condotte rilevanti tutti quei comportamenti ulteriori che siano ostativi al
raggiungimento delle finalità di cui all’art. 1.

I soggetti di cui all’art. 2 sono tenuti ad uniformare i propri comportamenti ai seguenti principi:
• assicurare un ambiente ispirato a principi di uguaglianza e di tutela della libertà, della dignità
e dell’inviolabilità della persona;
• riservare ad ogni Tesserato attenzione, impegno, rispetto e dignità, garantendo uguali
condizioni senza distinzioni di età, etnia, condizione sociale, opinione politica, convinzione
religiosa, genere, orientamento sessuale, disabilità e altro;
• prestare la dovuta attenzione ad eventuali situazioni di disagio, percepite o conosciute anche
indirettamente, con particolare attenzione a circostanze che riguardino minorenni;
• segnalare senza indugio ogni circostanza di interesse agli esercenti la responsabilità
genitoriale o tutoria ovvero ai soggetti preposti alla vigilanza;
• confrontarsi con il Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni della Società ove sia
abbia il sospetto che possano essere attuate condotte rilevanti ai sensi del presente
documento;
• far svolgere l’attività sportiva nel rispetto dello sviluppo fisico, sportivo ed emotivo
dell’allievo, tenendo in considerazione anche interessi e bisogni dello stesso;
• programmare e gestire l’attività, anche in occasione delle trasferte, individuando soluzioni
organizzative e logistiche atte a prevenire situazioni di disagio e/o comportamenti
inappropriati;
• ottenere, in caso di atleti minorenni, e conservare l’autorizzazione scritta dagli esercenti la
responsabilità genitoriale qualora siano programmate sedute di allenamento singole e/o in
orari in cui gli spazi utilizzati per l’attività sportiva non sia usualmente frequentata;
• prevenire, durante gli allenamenti e in gara, tutti i comportamenti e le condotte sopra
descritti con azioni di sensibilizzazione e controllo;
• spiegare in modo chiaro ai fruitori dello spazio in cui si sta svolgendo l’attività sportiva, che
gli apprezzamenti, i commenti e le valutazioni che non siano strettamente inerenti alla
prestazione sportiva e compresi tra quelli indicati dal presente documento possono essere
lesivi della dignità, del decoro e della sensibilità della persona;
• favorire la rappresentanza paritaria di genere, nel rispetto della normativa applicabile.

La Società, quando instaura un rapporto di lavoro – a prescindere dalla forma – con soggetti chiamati
a svolgere mansioni comportanti contatti diretti e regolari con minori è tenuto a richiedere
preventivamente copia del certificato del casellario giudiziale ai sensi della normativa vigente,
oppure idonea autocertificazione.

Allo scopo di prevenire e contrastare ogni tipo di abuso, violenza e discriminazione sui Tesserati
nonché per garantire la protezione dell’integrità fisica e morale degli sportivi, anche ai sensi dell’art.
33, comma 6, del D.lgs. n. 36/2021, la Società nomina un Responsabile contro abusi, violenze e
discriminazioni e lo comunica al CONI all’atto di affiliazione e riaffiliazione/aggregazione e
riaggregazione.
Il Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni deve essere nominato nell’ambito di ciascun
Affiliato tra persone di comprovata moralità e competenza in possesso dei seguenti requisiti:
• essere in possesso della cittadinanza italiana;
• non aver riportato condanne penali passate in giudicato per reati non colposi a pene
detentive superiori ad un anno ovvero a pene che comportino l’interdizione dai pubblici uffici
superiori ad un anno;
• non aver riportato nell’ultimo decennio, salva riabilitazione, squalifiche o inibizioni sportive
definitive complessivamente superiori ad un anno, da parte delle FSN, delle DSA, degli EPS e
del CONI o di organismi sportivi internazionali riconosciuti.
La nomina del Responsabile è adeguatamente resa pubblica nell’ambito del rispettivo sodalizio
(mediante immediata affissione presso la sede e pubblicazione sulla rispettiva homepage, se nella
disponibilità del sodalizio, del nominativo e dei contatti) e inserita nel sistema gestionale federale,
secondo le procedure previste dalla regolamentazione federale.
Il Responsabile dura in carica 6 anni e può essere riconfermato.
In caso di cessazione del ruolo di Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni, per
dimissioni o per altro motivo, il sodalizio provvede entro 30 giorni alla nomina di un nuovo
Responsabile inserendola nel sistema gestionale federale, secondo le procedure previste dalla
regolamentazione federale.

La nomina di Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni può essere revocata ancora prima
della scadenza del termine per gravi irregolarità di gestione o di funzionamento, con provvedimento
motivato dell’organo preposto del sodalizio. Della revoca e delle motivazioni è data tempestiva
notizia.
La società provvede alla sostituzione.
Il Responsabile è tenuto a:
• vigilare sulla corretta applicazione del Regolamento per la prevenzione e il contrasto ad
abusi, violenze e discriminazioni sui Tesserati” nell’ambito del rispettivo sodalizio nonché
sulla corretta applicazione e aggiornamento dei Modelli organizzativi e di controllo
dell’attività sportiva e dei Codici di condotta adottati dagli stessi;
• adottare le opportune iniziative, anche con carattere d’urgenza (c.d. “quick-response”), per
prevenire e contrastare nell’ambito del proprio sodalizio ogni forma di abuso, violenza e
discriminazione nonché ogni iniziativa di sensibilizzazione che ritiene utile e opportuna;
• segnalare eventuali condotte rilevanti e fornire allo stesso ogni informazione o
documentazione richiesta;
• rispettare gli obblighi di riservatezza di cui all’art. 17 del Regolamento per la prevenzione e il
contrasto ad abusi, violenze e discriminazioni sui Tesserati”.
• formulare all’organo preposto le proposte di aggiornamento dei Modelli organizzativi e di
controllo dell’attività sportiva e dei Codici di condotta, tenendo conto delle caratteristiche del
sodalizio;
• valutare annualmente le misure dei modelli organizzativi e di controllo dell’attività sportiva e
dei codici di condotta nell’ambito del proprio sodalizio, eventualmente sviluppando e
attuando sulla base di tale valutazione un piano d’azione al fine risolvere le criticità
riscontrate;
• partecipare all’attività obbligatoria formativa organizzata dalla società.

Chiunque venga a conoscenza di comportamenti rilevanti ai sensi del precedente art. 3 e che
coinvolgano Tesserati, specie se minorenni, è tenuti a darne immediata comunicazione al
Procuratore Federale e/o tramite il Safeguarding Officer.
Chiunque sospetta comportamenti rilevanti ai sensi del presente Regolamento può confrontarsi con
il Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni del sodalizio di appartenenza o direttamente
con il Safeguarding Officer.

La Società, anche avvalendosi del supporto del Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni,
si impegna alla pubblicazione e alla capillare diffusione del presente documento e del Codice di
condotta a tutela dei minori e per la prevenzione delle molestie, della violenza di genere e di ogni
altra condizione di discriminazione tra i propri Tesserati e i propri volontari che, a qualsiasi titolo e
ruolo, sono coinvolti nell’attività sportiva, alla messa a disposizione di ogni possibile strumento che
ne favorisca la piena applicazione, allo svolgimento di verifiche in ordine ad ogni notizia di violazione
delle norme nonché alla condivisione di materiale informativo finalizzato alla sensibilizzazione su e
alla prevenzione dei disturbi alimentari negli sportivi.
Il presente documento è pubblicato sul sito internet della Società, se nella sua disponibilità, e/o
affisso presso la sede dello stesso ed è portato a conoscenza di tutti i collaboratori, qualunque sia il
motivo della collaborazione, al momento in cui si instaura il rapporto con la Società o che ne
richiederà il rispetto prevedendo, in caso di inosservanza, adeguate sanzioni disciplinari o
contrattuali.

Il presente documento è aggiornato dall’organo direttivo della Società con cadenza almeno
quadriennale e ogni qual volta necessario al fine di recepire le eventuali ulteriori disposizioni
emanate dalla Giunta Nazionale del CONI, eventuali modifiche e integrazioni dei Principi
Fondamentali approvati dall’Osservatorio Permanente del CONI per le politiche di safeguarding
ovvero le sue raccomandazioni nonché eventuali modifiche e integrazioni delle disposizioni del
CONI.
Eventuali proposte di modifiche al presente documento dovranno essere sottoposte ed approvate
dall’organo preposto della Società.
Per quanto non esplicitamente previsto si rimanda a quanto prescritto dallo Statuto della Società,
da tutta la normativa -federale approvata dal Consiglio Federale della Federazione, inclusi il
Regolamento per la prevenzione e il contrasto ad abusi, violenze e discriminazioni sui Tesserati e il Codice Etico, dal Codice di Comportamento sportivo approvato dal CONI.
Il presente Regolamento, approvato dall’organo direttivo, entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione.

CODICE DI CONDOTTA

Ogni Tesserato è tenuto a mantenere un ambiente sportivo rispettoso, equo e privo di qualsiasi
forma di abuso, violenza e discriminazione. Diritto fondamentale di ogni Tesserato è quello di
essere trattato con rispetto e dignità, nonché di essere tutelato da ogni forma di abuso, molestia,
violenza di genere e ogni altra condizione di discriminazione, indipendentemente da etnia,
convinzioni personali, disabilità, età, identità di genere, orientamento sessuale, lingua, opinione
politica, religione, condizione patrimoniale, di nascita, fisica, intellettiva, relazionale o sportiva. Il
diritto alla salute e al benessere psico-fisico di ciascun Tesserato costituisce un valore assolutamente
prevalente anche rispetto al risultato sportivo.
Non sono consentite discriminazioni di alcun genere, che siano essere basate su razza, colore, sesso,
orientamento sessuale, lingua, religione, opinione politica o di altra natura, nazione o origine sociale,
disponibilità economica, nascita o di altra natura. In caso di violazione delle norme previste per la
prevenzione e il contrasto di ogni forma di abuso, molestia, violenza di genere o discriminazione, il
regime sanzionatorio applicabile si differenzierà a seconda del ruolo che il soggetto riveste all’interno
della Società secondo quanto stabilito dall’art. 5 del c.d. “Regolamento Safeguarding”.

Abuso psicologico
Qualsiasi atto intenzionale e indesiderato incluso l’isolamento, il confinamento, la mancanza di
rispetto, la sopraffazione, l’aggressione verbale, l’intimidazione o qualsiasi altro comportamento che
possa incidere negativamente sul senso di identità, dignità e autostima o su emozioni, cognizioni,
valori nonché convinzioni del Tesserato ovvero tale da intimidire, turbare o alterare la serenità del
Tesserato, anche se perpetrato attraverso l’utilizzo di strumenti digitali.
Abuso fisico
Qualsiasi atto deliberato e sgradito, consumato o tentato (tra cui botte, pugni, percosse,
soffocamento, schiaffi, calci o lancio di oggetti), idoneo in senso reale o potenziale di causare,
direttamente o indirettamente, ovvero intenzionalmente falsificare un danno alla salute, un trauma,
lesioni fisiche o che danneggi lo sviluppo psico-fisico del minore tanto da compromettergli una sana
e serena crescita. Tale atto può anche consistere nel costringere un atleta a svolgere (al fine di una
migliore performance sportiva) un’attività fisica inappropriata come il somministrare carichi di
allenamento inadeguati in base all’età, genere, struttura e capacità fisica oppure forzare ad allenarsi
atleti ammalati, infortunati o comunque doloranti nonché nell’uso improprio, eccessivo, illecito o
arbitrario di strumenti sportivi. In quest’ambito rientrano anche quei comportamenti che
favoriscano il consumo di alcool o le pratiche di doping, o comunque vietate da norme vigenti
Molestie e abusi sessuali
Qualsiasi atto o comportamento indesiderato e non gradito di natura sessuale, sia esso verbale, non
verbale o fisico che comporti una grave noia, fastidio o disturbo. Tali atti o comportamenti possono
anche consistere nell’assumere un linguaggio del corpo inappropriato, nel rivolgere osservazioni o
allusioni sessualmente esplicite, nonché richieste indesiderate o non gradite aventi connotazione
sessuale, ovvero telefonate, messaggi, lettere od ogni altra forma di comunicazione a contenuto
sessuale, anche con effetto intimidatorio, degradante o umiliante Abuso sessuale.
Qualsiasi comportamento o condotta avente connotazione sessuale, senza contatto, o con contatto
e considerata non desiderata, o il cui consenso è costretto, manipolato, non dato o negato. Può
consistere anche nel costringere un Tesserato a attuare condotte sessuali inappropriate o
indesiderate, o nell’osservare il Tesserato in condizioni e contesti non appropriati Violenza di genere.
Tutte quelle forme di violenza da quella psicologica e fisica a quella sessuale, dagli atti persecutori a
quelli discriminatori in base al sesso Bullismo (o cyberbullismo, se condotto online)
Qualsiasi comportamento offensivo e/o aggressivo da parte di uno o più soggetti, personalmente,
anche attraverso i social network o altri strumenti di comunicazione, sia che si tratti di caso isolato sia di atti ripetuti nel tempo, ai danni di uno o più Tesserati con lo scopo di esercitare un potere o un
dominio sugli stessi. Possono anche consistere in comportamenti di prevaricazione e sopraffazione
ripetuti e atti ad intimidire o turbare un Tesserato che determinano una condizione di disagio,
insicurezza, paura, esclusione o isolamento (tra cui umiliazioni, critiche riguardanti l’aspetto fisico,
minacce verbali, anche in relazione alla performance sportiva, diffusione di notizie infondate,
minacce di ripercussioni fisiche o di danneggiamento di oggetti posseduti dalla vittima);
Nonnismo (c.d. “hazing”)
Ogni condotta che coinvolge un’iniziazione umiliante e/o pericolosa dei nuovi membri da parte dei
membri veterani del medesimo gruppo
Abuso di matrice religiosa, l’impedimento, il condizionamento o la limitazione del diritto di
professare liberamente la propria fede religiosa e di esercitarne in privato o in pubblico il culto
purché non si tratti di riti contrari al buon costume
Abuso dei mezzi di correzione. L’oltrepassare i limiti dell’uso del potere correttivo e disciplinare
spettante a un soggetto nei confronti della persona offesa, che viene dunque esercitato con modalità
non adeguate o al fine di perseguire un interesse diverso da quello per il quale tale potere è conferito
dall’ordinamento federale Negligenza (c.d. “negligence”)
Mancato intervento di un Tesserato, anche in ragione dei doveri che derivano dalla sua carica, il
quale, presa conoscenza di uno degli eventi disciplinati dal presente Regolamento, omette di
intervenire e/o di segnalare al Safeguarding Officer e/o alla Procura Federale, causando un danno,
permettendo che venga causato un danno o creando un pericolo imminente di danno Incuria (c.d.
“neglect”)
La mancata soddisfazione delle necessita fondamentali a livello fisico, medico, educativo ed emotivo
Altri comportamenti discriminatori
Qualsiasi altro comportamento finalizzato a conseguire un effetto discriminatorio basato su etnia,
colore, caratteristiche fisiche, genere, status social-economico, prestazioni sportive e capacità
atletiche, religione, convinzioni personali, disabilità, età o orientamento sessuale
È da intendersi vietata ogni altra condotta che possa pregiudicare il mantenimento di un ambiente
sportivo rispettoso, equo e privo di qualsiasi forma di abuso, violenza e discriminazione

 

I Tesserati e chiunque partecipi con qualsiasi funzione o titolo all’attività sportiva non devono:
• discriminare e avere qualsiasi atteggiamento inappropriato fondato su razza, colore, sesso, orientamento sessuale, lingua, religione, opinione politica o di altra natura, nazione o origine sociale, disponibilità economica, nascita o di altra natura;
• colpire, assalire fisicamente o abusare fisicamente o psicologicamente un’altra persona;
• avere atteggiamenti nei confronti di altri che – anche sotto il profilo psicologico – possano influire negativamente sul loro sviluppo armonico e socio-relazionale;
• agire con comportamenti che siano di esempio negativo, specialmente per i minori;
• avere relazioni con minori che possano essere in qualche modo considerate di natura sessuale, sfruttamento, maltrattamento o abuso;
• agire in modi che possano essere abusivi;
• usare un linguaggio, dare suggerimenti o consigli, offensivi o abusivi;
• comportarsi in maniera inappropriata o sessualmente provocante;
• stabilire o intrattenere contatti con minori Tesserati utilizzando strumenti di comunicazione online personali (e-mail, chat, social network, etc.) che esulino da quelli strettamente funzionali all’attività istituzionale.
• tollerare o partecipare a comportamenti di altri soggetti che sono illegali, o abusivi o che mettano a rischio la loro sicurezza;
• invitare a momenti conviviali non istituzionali atleti minorenni, salvo il consenso dell’esercente la responsabilità genitoriale;
• agire in modo da far vergognare, umiliare, sminuire o disprezzare gli altri, o perpetrare qualsiasi altra forma di abuso emotivo
• discriminare, trattare in modo differente o favorire alcuni soggetti escludendone altri

Assicurare un ambiente ispirato a principi di uguaglianza e di tutela della libertà, della dignità e dell’inviolabilità della persona.
Riservare ad ogni Tesserato attenzione, impegno e rispetto, senza distinzioni di età, etnia, condizione sociale, opinione politica, convinzione religiosa, genere, orientamento sessuale, disabilità e altro.
Far svolgere l’attività sportiva nel rispetto dello sviluppo fisico, sportivo ed emotivo dell’allievo, tenendo in considerazione anche interessi e bisogni dello stesso.
Prestare la dovuta attenzione ad eventuali situazioni di disagio anche derivante da disturbi dell’alimentazione percepiti o conosciuti anche indirettamente, con particolare attenzione a circostanze che riguardino i minori;
Segnalare, senza indugio, ogni circostanza di interesse agli esercenti la responsabilità genitoriale o tutoria ovvero ai soggetti preposti alla vigilanza:
Confrontarsi con il Responsabile delle Politiche di Safeguarding nominato dalla società ove si abbia il sospetto circa il compimento di condotte rilevanti ai sensi del presente documento;
Attuare idonee iniziative volte al contrasto dei fenomeni di abuso, violenza e discriminazione adottando i seguenti comportamenti:

    o evitare i contatti fisici tra atleti e tecnici o dirigenti;
    o sollecitare atleti, tecnici e dirigenti all’uso di un linguaggio appropriato e comunque evitare l’uso
       di espressioni discriminatorie; sessiste, o di matrice razzista;
    o evitare di intrattenersi in sedute di allenamento per singoli atleti e/o svolte in orari in cui gli spazi
       utilizzati per l’attività sportiva non siano usualmente frequentati, facendo in modo che, se ciò sia
       necessario, vi sia sempre la presenza, in aggiunta all’allenatore, di un dirigente;
    o prevedere, in caso di sottoposizione dell’atleta a sedute mediche o fisioterapiche, che vi sia la
       presenza di un dirigente dello stesso sesso dell’atleta, ovvero di un genitore;
    o richiedere ai tecnici e dirigenti di instaurare tra loro rapporti professionali evitando situazioni di
       imbarazzo;
    o prevenire, durante gli allenamenti e in gara, tutti i comportamenti e le condotte sopra descritti
       con azioni di sensibilizzazione e controllo;

Spiegare in modo chiaro a coloro che assistono allo svolgimento di allenamenti, gare o manifestazioni
sportive, di astenersi da apprezzamenti, commenti e valutazioni che non siano strettamente inerenti alla
prestazione sportiva in quanto potrebbero essere lesivi della dignità, del decoro e della sensibilità della
persona
Favorire la rappresentanza paritaria di genere, nel rispetto della normativa applicabile;
rendere consapevoli i tesserati in ordine ai propri diritti, doveri, obblighi e responsabilità;

Inoltre, occorre dare comunicazione, mediate

Affissione presso la sede di estratti dal modello organizzativo e del codice etico adottato e degli eventuali
aggiornamenti, integrazioni o modifiche e/o pubblicazione dello stesso sulla homepage del sito della
società;
Comunicazione ai tesserati e ai loro genitori, se minorenni, circa le procedure da seguire per la
segnalazione di comportamenti lesivi al Safeguarding Officer nominato dalla Federazione;
Affissione presso la sede della società e/o pubblicazione sulla homepage del sito della società del
nominativo del Safeguarding nominato, con indicazione del recapito telefonico e/o indirizzo e-mail per
poterlo contattare;
Comunicazione, al momento del tesseramento, agli atleti o ai loro genitori, se minorenni, del modello
organizzativo e codice etico adottato dalla società, nonché comunicazione del nominativo del
Safeguarding nominato dalla società;
Informazione ai tesserati e ai loro genitori, se minorenni, circa le misure adottate dalla società per la
prevenzione e il contrasto a comportamenti lesivi;

I Tesserati devono:
• comportarsi secondo lealtà, probità e correttezza nello svolgimento di ogni attività connessa o collegata all’ambito sportivo e tenere una condotta improntate al rispetto nei confronti degli altri Tesserati;
• astenersi dall’utilizzo di un linguaggio, anche corporeo, inappropriato o allusivo, anche in situazioni ludiche, per gioco o per scherzo;
• garantire la sicurezza e la salute degli altri Tesserati, impegnandosi a creare e a mantenere un ambiente sano, sicuro e inclusivo;
• impegnarsi nell’educazione e nella formazione della pratica sportiva sana, supportando gli altri Tesserati nei percorsi educativi e formativi;
• impegnarsi a creare, mantenere e promuovere un equilibrio sano tra ambito personale e sportivo, valorizzando anche i profili ludici, relazionali e sociali dell’attività sportiva;
• prevenire e disincentivare dispute, contrasti e dissidi anche mediante l’utilizzo di una comunicazione sana, efficace e costruttiva;
• affrontare in modo proattivo comportamenti offensivi, manipolativi, minacciosi o aggressivi;
• collaborare con gli altri Tesserati nella prevenzione, nel contrasto e nella repressione di abusi, violenze e discriminazioni (individuali o collettivi);
• segnalare senza indugio al Responsabile di cui al comma 2 dell’art. 5 situazioni, anche potenziali, che espongano sé o altri a pregiudizio, pericolo, timore o disagio.

I Dirigenti sportivi e i Tecnici devono:
• agire per prevenire e contrastare ogni forma di abuso, violenza e discriminazione;
• astenersi da qualsiasi abuso o uso improprio della propria posizione di fiducia, potere o
influenza nei confronti dei Tesserati, specie se minori;
• contribuire alla formazione e alla crescita armonica dei Tesserati, specie se minori;
• evitare ogni contatto fisico non necessario con i Tesserati, specie se minori;
• promuovere un rapporto tra Tesserati improntato al rispetto e alla collaborazione,
prevenendo situazioni disfunzionali, che creino, anche mediante manipolazione, uno stato di
soggezione, pericolo o timore;
• attuare, in occasione delle trasferte, soluzioni logistiche atte a prevenire situazioni di disagio
e/o comportamenti inappropriati, coinvolgendo nelle scelte coloro che esercitano la
responsabilità genitoriale o tutoria ovvero i soggetti preposti alla vigilanza;
• impiegare le necessarie competenze professionali nell’eventuale programmazione e/o
gestione di regimi alimentari in ambito sportivo;
• segnalare tempestivamente eventuali indicatori di disturbi alimentari degli atleti loro affidati;
• dichiarare cause di incompatibilità e conflitti di interesse;
• sostenere i valori dello sport, altresì educando al ripudio di sostanze o metodi vietati per
alterare le prestazioni sportive dei Tesserati;
• conoscere, informarsi e aggiornarsi con continuità sulle politiche di safeguarding, sulle
misure di prevenzione e contrasto agli abusi, violenze e discriminazioni, nonché sulle più
moderne metodologie di formazione e comunicazione in ambito sportivo;
• segnalare senza indugio al Responsabile dell’Affiliato/Ente aggregato e/o il Safeguarding
Officer situazioni, anche potenziali, che espongano i Tesserati a pregiudizio, pericolo, timore
o disagio.

Gli atleti devono:
• rispettare il principio di solidarietà tra atleti, favorendo assistenza e sostegno reciproco;
• comunicare le proprie aspirazioni ai dirigenti sportivi e ai tecnici e valutare in spirito di
collaborazione le proposte circa gli obiettivi educativi e formativi e le modalità di
raggiungimento di tali obiettivi, anche con il supporto di coloro che esercitano la
responsabilità genitoriale o tutoria ovvero con i soggetti preposti alla vigilanza,
eventualmente confrontandosi con gli altri atleti;
• comunicare a dirigenti sportivi e tecnici situazioni di ansia, timore o disagio che riguardino sé
o altri;
• prevenire, evitare e segnalare situazioni disfunzionali che creino, anche mediante
manipolazione, uno stato di soggezione, pericolo o timore negli altri atleti;
• rispettare e tutelare la dignità, la salute e il benessere degli altri atleti e, più in generale, di
tutti i soggetti coinvolti nelle attività sportive;
• rispettare la funzione educativa e formativa dei dirigenti sportivi e dei tecnici;
• mantenere rapporti improntati al rispetto con gli altri atleti e con ogni soggetto comunque
coinvolto nelle attività sportive;
• riferire qualsiasi infortunio o incidente agli esercenti la responsabilità genitoriale o tutoria
ovvero ai soggetti preposti alla vigilanza;
• evitare contatti e situazioni di intimità con dirigenti sportivi e tecnici, anche in occasione di
trasferte, segnalando eventuali comportamenti inopportuni;
• astenersi dal diffondere materiale fotografico e video di natura privata o intima ricevuto,
segnalando comportamenti difformi a coloro che esercitano la responsabilità genitoriale o
tutoria ovvero ai soggetti preposti alla vigilanza, nonché al Responsabile del Safeguarding
della società e/o il Safeguarding Officer
• segnalare senza indugio al Responsabile della società e/o il Safeguarding Officer situazioni,
anche potenziali, che espongano i Tesserati a pregiudizio, pericolo, timore o disagio.

Quando si svolge attività con i minori è necessario:
• organizzare l’attività in modo tale da minimizzare i rischi;
• essere visibili da altri adulti, per quanto possibile, mentre si svolge attività con minori;
• consentire, ove possibile e nel rispetto delle prescrizioni di sicurezza, l’accesso agli impianti durante allenamenti e sessioni di prova a coloro che esercitano la responsabilità genitoriale o tutoria ovvero ai soggetti preposti alla vigilanza;
• ottenere e conservare l’autorizzazione scritta dagli esercenti la responsabilità genitoriale qualora siano programmate sedute di allenamento singole e/o in orari in cui gli spazi utilizzati per l’attività sportiva non sia usualmente frequentata;
• astenersi dall’utilizzo, dalla riproduzione e dalla diffusione di immagini o video dei Tesserati minori, se non per finalità educative e formative, acquisendo le necessarie autorizzazioni da coloro che esercitano la responsabilità genitoriale o tutoria ovvero dai soggetti preposti alla vigilanza;
• astenersi dal creare situazioni di intimità con il Tesserato minore;
• comunicare e condividere con il Tesserato minore gli obiettivi educativi e formativi, illustrando le modalità con cui si intendono perseguire tali obiettivi e coinvolgendo nelle scelte coloro che esercitano la responsabilità genitoriale o tutoria ovvero i soggetti preposti alla vigilanza;
• astenersi da comunicazioni e contatti di natura intima con il Tesserato minore, anche mediante social network;
• interrompere senza indugio ogni contatto con il Tesserato minore qualora si riscontrino situazioni di ansia, timore o disagio derivanti dalla propria condotta, attivando il Responsabile della società e/o il Safeguarding Officer;
• garantire la diffusione e il mantenimento di una cultura di apertura che permetta al personale, ai rappresentanti, ai minori e a chi si prende cura di loro di sollevare e discutere con facilità ogni tipo di argomento e preoccupazione;
• instaurare un rapporto equilibrato con coloro che esercitano la responsabilità genitoriale o tutoria ovvero con i soggetti preposti alla vigilanza;
• comunicare ai minori che tipo di rapporto si debbono aspettare di avere con i tecnici e gli altri soggetti frequentatori il sodalizio e incoraggiarli a segnalare qualsiasi tipo di preoccupazione;
• valorizzare le capacità e le competenze dei minori e discutere con loro dei loro diritti, di cosa è accettabile e cosa non lo è, di cosa possono fare nel caso in cui emerga un qualsiasi problema;
• mantenere un elevato profilo personale e professionale;

• trattare i minori in modo giusto, onesto e con dignità e rispetto;
• incoraggiare la partecipazione dei minori in modo da sviluppare anche la loro capacità di auto
tutela.

Esistono diverse situazioni molto specifiche in cui possono verificarsi danni e abusi nel mondo del
golf, dei momenti legati alla prestazione sportiva, all’uso degli spazi, ad esempio

GARE

Vincere è una parte importante della prestazione sportiva. Tuttavia, spingere i minorenni o i soggetti
più fragili ad esibirsi e/o metterli sotto pressione, oltre ciò che è ragionevole e appropriato per la loro
età e il loro livello di abilità, per raggiungere il successo, può essere dannoso psicologicamente,
emotivamente e fisicamente, può, inoltre, determinare l’insorgere o l’aggravarsi di infortuni e/o patologie.

BUONE PRATICHE E COMPORTAMENTI DA OSSERVARE:

Gli istruttori dovranno:
• prestare la dovuta attenzione ad eventuali situazioni di disagio, percepite o conosciute anche
indirettamente, con particolare attenzione a circostanze che riguardino minorenni,
segnalando, in tal caso e senza ritardo, la circostanza agli esercenti la responsabilità
genitoriale;
• programmare allenamenti adeguati nel rispetto dello sviluppo fisico, sportivo ed emotivo
dell’allievo, tenendo in considerazione anche interessi e bisogni dello stesso.
• rispettare le fasi di crescita e maturazione di ogni allievo e anteporre il suo benessere
psico/fisico a qualunque vittoria o risultato, sia di squadra che individuale;
• ’allenamento e la difficoltà della gara devono rispettare lo sviluppo fisico, sportivo ed emotivo
dell’allievo e devono basarsi sui bisogni e gli interessi reali dell’allievo stesso;
• essere al corrente per i propri allievi delle condizioni di salute, intolleranze alimentari, ferite
in corso e terapie in essere;
• attenersi alle regole in tutte le fasi delle attività;
• incoraggiare e promuovere la disciplina, la correttezza, il rispetto degli avversari e lo spirito
di squadra dentro e fuori dal campo;
• non assumere o tollerare comportamenti o linguaggi offensivi nei confronti degli atleti,
genitori, direttori di gara, membri dello staff o qualsiasi altro soggetto coinvolto nelle attività; non tollerare o partecipare a comportamenti dei minori che siano illegali, o abusivi
o che mettano a rischio la loro sicurezza fisica e/o mentale;
• sostenere e applaudire sempre gli sforzi dei giovani atleti e valorizzarli a prescindere dai
risultati sul campo, promuovendo la cultura del lavoro e del divertimento;
• trasmettere serenità, entusiasmo e passione;
• educare al rispetto, all’impegno e alla collaborazione;
• aggiornarsi costantemente sulle conoscenze necessarie per adempiere al meglio alle
mansioni assegnate e sul tema della tutela dei minori;
• rispettare i contenuti del Modello Organizzativo

UTILIZZO DEGLI SPAZI E CURA DELLA PERSONA

Gli spogliatoi, le docce e le situazioni che comportano un contatto fisico ravvicinato possono essere
occasioni di bullismo/cyberbullismo/fotografie, video, riprese inappropriate o di eventuali abusi
sessuali. La società ha riservato spogliatoi divisi per genere, dove all’inizio sono presenti degli
armadietti più piccoli, riservati ai bambini e alle bambine. I più piccoli sono in spogliatoio con il
proprio genitore o con l’adulto di riferimento (parente o tutore).

BUONE PRATICHE E COMPORTAMENTI DA OSSERVARE:

Gli istruttori dovranno:
• evitare di essere soli con il minorenne o il soggetto fragile negli spogliatoi;
• Situazione docce – In linea di principio, allenatrici/allenatori e genitori/detentori
dell’autorità parentale non entrano nelle docce.
• Eventuali contatti fisici per festeggiare successi, dare conforto o incoraggiamento,
soprattutto negli spogliatoi, devono essere desiderati e voluti dalle atlete e dagli atleti e non
superare mai un livello pedagogicamente ragionevole;
• rispettare la privacy dei minori, specie in luoghi particolarmente sensibili quali gli spogliatoi.

TRASFERTE – VIAGGI – PERNOTTAMENTI

Trasferte senza pernottamento: le trasferte senza pernottamento potrebbero generare
problematiche se il conducente rimane solo con il minorenne, con la minorenne o la persona fragile.
Il Circolo ha, al proprio servizio, maestri/istruttori/istruttrici di comprovata esperienza e con cui ha
rapporti lavorativi da molti anni.
Le trasferte possono quindi essere organizzate in modo che l’istruttore/istruttrice sia solo con gli
atleti, anche di minore età, proprio in base alla fiducia riposta nei professionisti che accompagnano
gli atleti in gara.
Il genitore dell’atleta presta il proprio consenso alla trasferta, acconsentendo che il minore sia
accompagnato dal proprio istruttore/istruttrice.
Trasferte con pernottamento: i viaggi e le trasferte che prevedono pernottamenti possono
presentare molti rischi potenziali, tra cui una supervisione inadeguata, lo smarrimento di minorenni,
l’accesso all’alcool o a contenuti televisivi o web inappropriati, problematiche riguardanti l’uso dei
social media e incremento delle probabilità di abusi, in particolare sessuali.

BUONE PRATICHE E COMPORTAMENTI DA OSSERVARE:
Gli istruttori, in particolare i responsabili del club giovani, dovranno:
• nel caso in cui rimangano da soli con il minorenne o il soggetto fragile nel mezzo messo a
disposizione per il trasferimento (pulmino), evitare qualsiasi comportamento non
appropriato. La Società ripone la massima fiducia nei propri istruttori/istruttrici, che fanno
parte dello staff da molti anni. Se possibile, è comunque preferibile che ci sia anche un
genitore in accompagnamento oppure un altro istruttore;
• evitare di passare del tempo da soli con i minori o i soggetti più fragili, lontano da altri
soggetti, in particolar modo se il minore è sotto i 13 anni;
• non acquisire, detenere e pubblicare fotografie o divulgare altre informazioni sui bambini e
sui ragazzi o sulle loro famiglie su qualsiasi supporto cartaceo ovvero digitale (es. social media
personali o del club/organizzazione, siti web, strumenti di comunicazione online personali,
ecc.) in assenza della relativa liberatoria sottoscritta dai genitori o dai tutori al fine di poter
conservare e/o utilizzare tale materiale prodotto;
• organizzare il lavoro, le partite, il luogo di lavoro e le attività in trasferta in modo tale da
minimizzare i rischi;
• intessere relazioni proficue con i genitori degli atleti al fine di fare squadra per la crescita e la
tutela dei giovani atleti;

• accertarsi sempre che i minori siano adeguatamente sorvegliati e che le gare e le attività in
trasferta siano sicure;
• garantire che la salute, la sicurezza e il benessere degli atleti costituiscano obiettivo primario
rispetto al successo sportivo o qualsiasi altra considerazione;
• È opportuna la presenza di responsabili di entrambi i sessi;
• in caso di trasferte che prevedano un pernottamento, agli atleti dovranno essere riservate
camere, eventualmente in condivisione con atleti dello stesso genere, diverse da quelle in cui
alloggeranno i tecnici, i dirigenti o altri accompagnatori, salvo nel caso di parentela stretta tra
l’atleta e l’accompagnatore.
• Durante le trasferte di qualsiasi tipo è dovere degli accompagnatori vigilare sugli atleti
accompagnati, soprattutto se minorenni, mettendo in atto tutte le azioni necessarie a
garantire l’integrità fisica e morale degli stessi ed evitare qualsiasi comportamento rilevante
ai fini del presente modello.

COMUNICAZIONI – TELEFONATE – CHAT

Il rapporto della squadra con l’istruttore o altro personale di supporto è un aspetto importante e
positivo dello sport. Molti minorenni sviluppano relazioni strette e rapporti di fiducia con i propri
istruttori, persone spesso molto significative nella loro vita. Tuttavia, mentre molti istruttori
costruiscono, a loro volta, relazioni responsabili nel miglior interesse dei minorenni o dei soggetti più
fragili a loro affidati, possono anche sussistere dei casi di abuso, da parte dell’istruttore o del
personale di supporto, della propria autorità e della fiducia in loro riposta.

BUONE PRATICHE E COMPORTAMENTI DA OSSERVARE:

Gli istruttori dovranno:
• Mai offrire regali privati o agevolazioni a singoli/e atleti/e senza previa consultazione con
almeno un altro allenatore o allenatrice (ciò rende più difficile per potenziali
malintenzionati/e stabilire un rapporto di dipendenza personale con bambine o bambini)
• I contatti privati tra allenatori/trici e bambine/bambini/adolescenti (anche attraverso social
media come Facebook, SMS, WhatsApp, ecc.) possono diventare ambigui, perciò vanno
valutati con molta attenzione.
• Nelle chat di gruppo, deve essere presente, oltre all’istruttore, anche un moderatore (almeno
un genitore oppure un altro istruttore).
• Non deve esserci conversazione privata da minore e istruttore ma solo da genitore a
istruttore;
• Stili di comunicazione: per esempio forme di saluto, evitare barzellette a sfondo sessuale,
parlare sempre in modo adeguato con atlete e atleti

• La cultura della comunicazione deve essere sempre basata su rispetto e considerazione –
• La comunicazione tra allenatori/trici e atleti/e si riferisce esclusivamente a questioni di
carattere sportivo.
• I genitori/detentori dell’autorità parentale sono coinvolti e informati.
• Proporre una cultura della comunicazione basata su rispetto e considerazione.

INCONTRI CON IL PREPARATORE ATLETICO
La società mette a disposizione un preparatore atletico dedicato agli atleti.
Durante le sedute potrebbero nascere occasioni di fraintendimento, anche se il professionista che si
occupa del servizio è persona altamente qualificata e con codice deontologico ben presente.

BUONE PRATICHE E COMPORTAMENTI DA OSSERVARE:

Il Preparatore atletico dovrà:
• non acquisire, detenere e pubblicare fotografie o divulgare altre informazioni sui bambini e
sui ragazzi o sulle loro famiglie su qualsiasi supporto cartaceo ovvero digitale (es. social media
personali o del club/organizzazione, siti web, strumenti di comunicazione online personali,
ecc.) in assenza della relativa liberatoria sottoscritta dai genitori o dai tutori al fine di poter
conservare e/o utilizzare tale materiale prodotto;
• garantire che la salute, la sicurezza e il benessere degli atleti costituiscano obiettivo primario
rispetto al successo sportivo o qualsiasi altra considerazione;
• favorire una buona comunicazione con l’atleta;
• evitare critiche riguardanti l’aspetto fisico dell’atleta:
• evitare contatti che non siano pertinenti o non voluti;
• non maltrattare l’atleta sia fisicamente che verbalmente;
• evitare di essere manipolatorio con soggetti minori di età o soggetti fragili;
• non molestare sessualmente gli atleti.

TUTELA DELLA PRIVACY

La privacy di tutti i tesserati deve essere rispettata, ma una particolare attenzione va posta nei
confronti dei minori perché una violazione della privacy potrebbe comportare o acuire sensazioni,
anche gravi di disagio e malessere.

BUONE PRATICHE E COMPORTAMENTI DA OSSERVARE:

Gli istruttori dovranno:
• A tutti gli atleti (o esercenti la potestà genitoriale), all’atto dell’iscrizione/tesseramento, e
comunque ogni qualvolta venga effettuata una raccolta di dati personali, deve essere
sottoposta l’informativa sul trattamento dei dati personali ai sensi dell’art. 13 del
Regolamento Europeo 679/2016 (GDPR).
• I dati raccolti devono essere gestiti e trattati secondo le modalità descritte nel suddetto
Regolamento e comunque solo sulla base della necessità all’esecuzione del contratto di cui
gli interessati sono parte, all’adempimento di un obbligo legale o sulla base del consenso.
• In particolare, le categorie particolari di dati personali (quali l’origine razziale o etnica, le
opinioni politiche, le convinzioni religiose o filosofiche, o l’appartenenza sindacale, nonché
dati genetici, dati biometrici intesi a identificare in modo univoco una persona fisica, dati
relativi alla salute o alla vita sessuale o all’orientamento sessuale della persona) possono
essere trattate solo previo libero ed esplicito consenso dell’interessato, manifestato in forma
scritta, salvi i casi di adempimento di obblighi di legge e regolamenti.
• L’Associazione, fermo restando il preventivo consenso raccolto all’atto
dell’iscrizione/tesseramento, può pubblicare sui propri canali di comunicazione fotografie
ritraenti i tesserati prodotte durante le sessioni di allenamento e gara, ma non è consentita
produzione e la pubblicazione di immagini che possono causare situazioni di imbarazzo o
pericolo per i tesserati.
• La documentazione, sia cartacea, sia digitale, raccolta dall’Associazione contenente dati
personali dei tesserati, deve essere custodita garantendo l’inaccessibilità alle persone non
autorizzate al trattamento dei dati. Tutte le persone autorizzate al trattamento dei dati
personali devono essere adeguatamente formate e devono mettere in atto tutti i
comportamenti e le procedure necessarie alla tutela dei dati personali degli interessati,
soprattutto di quelli rientranti nelle categorie particolari di dati personali.

A titolo esemplificativo, sono considerati indicatori di disagio e malessere:
cambi repentini e non giustificati di comportamento (a titolo esemplificativo, riduzione della
concentrazione, isolarsi, diventare appiccicosi, depressi, spaventati, con sbalzi d’umore, riluttanza ad
allenarsi o a partecipare alle gare) che possono essere accompagnati da cali della performance
sportiva;
disturbi dell’alimentazione;
segni evidenti fisici o cambiamenti comportamentali repentini o messaggi verbali diretti e/o indiretti
di difficoltà;
ferite come contusioni inspiegabili o sospette, tagli o bruciature, in modo particolare se si trovano
su parti del corpo normalmente non soggette a tali tipi di lesioni e che non siano compatibili con
l’attività fluviale;
una ferita per la quale la spiegazione non sembra plausibile;
il minore che descrive quella che potrebbe apparire un’azione di abuso che lo abbia coinvolto;
diffidenza nei confronti di allenatori, accompagnatori, dirigenti o altri adulti con i quali il minore
dovrebbe avere un buon rapporto di fiducia;
trascuratezza e frequente perdita di effetti personali.
La presenza di uno o più di questi indicatori non definisce da sé la prova della presenza di un abuso,
violenza o molestia.
Tali elementi devono essere valutati anche tenendo in conto delle condotte tipiche dei minori
connesse ad alcune fasi di sviluppo e della crescita, quali quelle della preadolescenza ed
adolescenza, quando cambi di umore e di comportamento repentini sono condotte che si
manifestano molto spesso in assenza di abuso, violenza e/o molestia.

La società, quando instaura un rapporto di lavoro – a prescindere dalla forma – con operatori
chiamati a svolgere mansioni comportanti contatti diretti e regolari con minori richiede
preventivamente copia del certificato del casellario giudiziale ai sensi della normativa vigente o fa
firmare l’autocertificazione.

Tutti i Tesserati devono essere vigili nell’identificare situazioni che possano comportare rischi per gli
altri e devono riportare ogni preoccupazione, sospetto o certezza circa un possibile abuso,
maltrattamento, violenza o discriminazione verso altri al Responsabile contro abusi, violenze e
discriminazioni o al Safeguarding Officer o al Responsabile della società.
Chiunque sospetti comportamenti rilevanti può confrontarsi con il Responsabile contro abusi,
violenze e discriminazioni del sodalizio di appartenenza o direttamente con il Safeguarding Officer.
In caso di minori coinvolti può essere opportuno segnalare in maniera tempestiva eventuali segnali
di malessere all’esercente la responsabilità genitoriale.
Possono verificarsi però situazioni nelle quali collaborare con gli esercenti la responsabilità
genitoriale potrebbe rivelarsi non sufficiente o addirittura un danno anziché un beneficio: per
esempio se uno dei genitori fosse responsabile dell’abuso o se un uno di essi si dimostrasse incapace
di affrontare in maniera adeguata la situazione. In questi casi sarebbe opportuno confrontarsi con il
Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni del sodalizio.

Il Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni del circolo e il Safeguarding Officer sono
tenuti agli obblighi di riservatezza previsti dal Regolamento Safeguarding.
L’identità del segnalante non può essere rivelata a persone diverse da quelle competenti a ricevere
o a dare seguito alle segnalazioni. La protezione riguarda non solo il nominativo del segnalante ma
anche tutti gli elementi della segnalazione dai quali si possa ricavare, anche indirettamente,
l’identificazione del segnalante.

N.B. Il presente documento è redatto sulla base delle Linee Guida emanate dal CONI il 25 luglio 2023.

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